Spoleto
è unantichissima città dellUmbria, le
cui origini sono anteriori a quelle della stessa città
di Roma nella cui orbita entrò intorno alla metà
del III secolo a.C.. La fama della città in quellepoca
è legata ad un celebre episodio della II guerra punica:
la resistenza del condottiero cartaginese Annibale, che stava
avanzando verso Roma dopo aver sconfitto lesercito nella
battaglia del Trasimeno. Spoleto dimostrò una ferrea resistenza
allaggressione dellesercito cartaginese, infliggendogli
perdite tali da convincere Annibale a desistere dal proposito
di occupare Roma e a deviare verso il Piceno e la Puglia. Questo
famoso episodio storica ha trovato eco nellimmaginario cittadino
che conserva nel nome di una torre la memoria di quel passato:
la Torre dellOlio, infatti, prende il nome da questo pregiatissimo
prodotto locale che si dice sia stato gettato bollente sullesercito
cartaginese, mettendolo in fuga. La città era già
munita di solide mura risalenti al VI e al V secolo ed era divenuto
florido municipio romano: Cicerone lo qualificò "in
primis firma et inlustris" e i ricchi romani lo consideravano
" nostra suburbanitas", perché possedevano numerose
ville nei dintorni, in luoghi abbondanti di acque. Segni della
presenza romana restano ancora a Spoleto lArco di Druso
e Germanico (23 d.C.), il Teatro Romano (I sec. d.C.), una casa
attribuita dalla tradizione a Vespasia Polla, madre di Vespasiano
e altri resti. Nel
IV secolo, Spoleto divenne sede episcopale e sviluppò una
solida organizzazione ecclesiastica: principale testimonianza
di questo periodo è la basilica di San Salvatore, che è
una delle più antiche chiese della cristianità. La
città svolse, poi, un ruolo politico fondamentale, diventando
uno dei ducati Longobardi più importanti: per questo essa
si trovò molte volte al centro delle vicende politiche
dei Longobardi e spesso in contrasto con Roma. Il ducato, dopo
i Longobardi, passò ai Franchi e il duca Guido, imparentato
con i Carolingi, nell889 cinse la corona reale e nell891
fu anche incoronato imperatore dal papa. Il figlio Lamberto, associato
come corregnante e poi unico imperatore nell894, tentò
un progetto di restaurazione del potere, vanificata dalla sua
morte prematura. Dopo
la morte di Lamberto, Spoleto rientrò nella soggezione
allimpero. Fino alla conquista e alla distruzione da parte
di Federico Barbarossa (1155), essa fu uno dei più ricchi
comuni autonomi, ma lepisodio ne ridusse la vitalità
politica ed economica e la relegò nellorbita dello
Stato della Chiesa. Il cardinale Albornoz nel 1362 scelse Spoleto
come nucleo strategico per la riconquista dello Stato Pontificio,
dopo lesilio avignonese, e ordinò a Gattaponi la
costruzione della Rocca, che include anche il Ponte delle Torri. Dalla
fine del secolo XIV la Rocca divenne sede dei rettori del ducato:
da ricordare la serie dei Tomacelli e dei Borgia tra i quali la
più famosa fu Lucrezia, governatrice nel 1499. Nei secoli
XV e XVI nella Rocca sostarono spesso i Papi e il castello fu
arricchito ed abbellito. Ormai,
però, si andava profilando la decadenza della città
come centro di potere politico, che si accentuò nei secoli
XVII e XVIII. Lultimo
periodo di grande prestigio si ebbe quando Spoleto divenne capoluogo
del dipartimento del Trasimeno, da Rieti a Perugia, tra il 1808
e il 1815, durante limpero napoleonico. Nel
1860 Spoleto fu conquistata dallesercito piemontese ed entrò
a far parte del Regno dItalia; in quella circostanza, però,
subì una delle mutilazioni più dolorose della sua
storia, perdendo il titolo di capoluogo di provincia (caput Umbriae). Nel
periodo tra lUnità e la I guerra mondiale, Spoleto
costituì il classico esempio di città minore italiana,
divenendo un centro gradevole e ricercato per lequilibrata
presenza delle tradizionali componenti (sociale, burocratica,
culturale, industriale ed ecclesiastica), ma con un sistema economico
scarsamente dinamico. La
fine della guerra non mutò le cose e il processo di decadenza
continuò, manifestandosi soprattutto nellimpigrimento
delle iniziative e nellassenza di uno sviluppo urbano. Nel
secondo dopoguerra la crisi delle miniere di lignite e la concomitante
crisi agricola, accentuata dalla famosa "gelata" del
1956, aggravarono ulteriormente la situazione, portando Spoleto
sullorlo di un definitivo collasso economico e demografico.
La città conobbe lamara e dolorosa scelta dellemigrazione,
soprattutto verso il Belgio, la Francia, la Svizzera e la Germania. Le
enormi difficoltà non frenarono, però, né
gli sforzi degli amministratori, né l impegno di
tutti i ceti sociali e, in quegli stessi anni di dura crisi, si
misero le basi del futuro e si diede il via a quelle manifestazioni
a cui il prestigio e lo sviluppo della città sono così
fortemente legati: nel 1947 fu fondato il Teatro Lirico Sperimentale,
nel 1952 fu inaugurato il Centro Italiano di Studi sullAlto
Medioevo e nel 1958 si svolse la prima edizione del Festival dei
Due Mondi. Grazie ad esse Spoleto si è conquistato un posto
importante nel mondo artistico e culturale e le attività
connesse al settore turistico-culturale hanno assunto un ruolo
primario nelleconomia locale. In
questi ultimi anni, sono stati avviati ulteriori, considerevoli
interventi di recupero e restauro che stanno restituendo alla
città i suoi principali monumenti e hanno consentito di
attivare nuove iniziative culturali. All'interno della grandiosa
Rocca albornoziana, ormai completamente restaurata e restituita
al pubblico godimento, è stata allestita la Scuola Europea
di Conservazione e Restauro del Libro, il grande teatro allaperto
nel Cortile delle Armi, il Centro di Diagnostica dei Beni Culturali,
prossimo all'apertura, e presto sarà attivato il Museo
Nazionale del Ducato Spoletino. A Palazzo Collicola ha trovato
la sua prestigiosa sede la Galleria Comunale d'Arte Moderna, il
cui allestimento è stato curato dal prof. Giovanni Carandente,
che ha anche reso disponibile un prezioso fondo librario, mentre
il complesso di San Nicolò è stato trasformato in
un grande Centro congressi. Merita, infine, di essere segnalato
lavvio del recupero dellarea dellAnfiteatro,
allinterno della ex caserma Minervio, che, per vastità,
ricchezza e varietà dei beni culturali racchiusi, costituisce
un vero e proprio gioiello. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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